La Carfagna contesta Forza Italia sull’astensione al voto contro l’antisemitismo

Spendere delle parole in favore di Mara Carfagna, non è un esercizio facile, né agevole, né tantomeno favorito da quella condotta politica, quegli ideali che ha sempre portato avanti. In questo caso è doveroso invece sottolineare le sue rimostranze in merito ad un atteggiamento politico che ha sdegnato molti.

Il fatto:

In occasione della votazione al Senato il 30 ottobre sulla “Commissione antisemitismo”, proposta dalla senatrice a vita, Liliana Segre (numero 75190, come da tatuaggio sul braccio), sopravvissuta ai campi di sterminio, l’intero centrodestra si è astenuto…

Una scelta, quella dell’astensione, che i partiti che strizzano l’occhio alla destra hanno operato evidentemente proprio per non compromettere quelle tacite intese con gruppi d’ispirazione neofascista che garantiscono una sacca di voti evidentemente di non poco peso.

La reazione di Mara

La vicepresidente della Camera, Maria Rosaria Carfagna ha preso le distanze da un atteggiamento che non solo non esprime volontà di attivare azioni antifasciste, ma se ne guarda bene dal promuovere misure che vadano a colpirne l’azione.
In una nota la Carfagna scrive: “La mia Forza Italia, la mia casa, non si sarebbe mai astenuta in un voto sull’antisemitismo. Stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle. Intendo questo quando dico che nell’alleanza di centrodestra andiamo a rimorchio senza rivendicare la nostra identità. Se l’unità della coalizione in politica è un valore aggiunto, essa non può compromettere i valori veri, quelli che fanno parte della nostra storia”.

E quella di Silvio

Una voce fuori dal coro, quella della forzista con incarichi di governo, che non è stata gradita da Berlusconi, che replica: “Mara non può continuare a fare il controcanto. Sta diventando come Fini…”. Ad Arcore, appena legge la dichiarazione, il Cavaliere sbotta e inizia a telefonare. “Adesso basta, non se ne può più del <controcanto di Mara>, delle sue uscite a ogni piè sospinto contro Forza Italia. Ora ha stufato. Sta facendo come Toti e Fini“. E ancora: “Cerca la legittimazione dai nostri detrattori solo per farci male. Ormai si è montata la testa”.

Poi nel pomeriggio Berlusconi sconfessa ufficialmente la Carfagna e scrive una nota piuttosto dura, che non lascia alternativa a chi oggi nel suo partito mostra dissensi, ma anche a chi prova a mettere in discussione l’alleanza con Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Mi aspetto che nel Movimento che ho fondato, nessuno si permetta di avanzare dei dubbi sul nostro impegno a fianco di Israele e del popolo ebraico, contro l’antisemitismo e ogni forma di razzismo”.
“Le discussioni, sempre legittime, si fanno all’interno, e non a colpi di agenzia. Se qualcuno vuole invece seguire strade già percorse da altri, ne ha naturalmente la libertà, ma senza danneggiare ulteriormente Forza Italia”.

A dirla tutta, è noto che Berlusconi ha sempre maltollerato forme di dissenso interno, e in questo caso appare ovvio il suo attacco alla sua ex preferita, Mara Carfagna. La stessa che aveva messo in discussione la presenza di CasaPound alla manifestazione di Piazza San Giovanni di due settimane fa.
Leggere tra le righe quanto afferma il capo incontrastato di ciò che resta di Forza Italia, fa evincere chiaramente il messaggio perentorio che potrebbe essere sintetizzato in : o si fa come dice berlusconi o si va fuori dalle palle.
E del resto, in un partito di destra, è “normale” rispettare la gerarchia e restare a cuccia con le proprie idee infilate nella saccoccia. Come si dice? Non sei mica qui per pensare, sei qui per lavorare, abbassa la “capoccia, muovi le braccine e zitta!

Nuovi scenari politici per la Carfagna?

Adesso cosa dovremmo aspettarci? Le ipotesi restano aperte e le vie da percorrere per SuperMara sono diverse: potrebbe confluire altrove, e c’è già chi ipotizza uno sbarco (non troppo repentino) su Italia Viva, la neonata creatura di Matteo Renzi, che parrebbe anelare a sostituirsi al Movimento 5 Stelle, aprendo le sue porte a provenienti da ogni dove, sia da destra che da sinistra. Ma i cancelli di Italia Viva sono al momento chiusi per la Carfagna, anche per il veto di Maria Elena Boschi, che si troverebbe ad annettere un’altra “bellona” tra le fila del partito.

Un’altra scelta potrebbe essere quella di un partito con Giovanni Toti. Una specie di alternativa “liberal” del salvinismo, come scrive Ugo Magri sulla Stampa. Ma questo prevederebbe il placet di Matteo Salvini…
Toti e Carfagna hanno avuto un colloquio a Montecitorio. Il presidente della Regione Liguria ha tenuto a precisare la sua posizione: “Dobbiamo essere qualcosa di diverso da Salvini ma che comprende Salvini”. Secondo l’ex delfino di Berlusconi non può esserci una schema diverso dal centrodestra ortodosso. Inoltre poi va detto che Toti sarà ricandidato alle regionali in Liguria, con il sostegno di Salvini e Meloni, e non è cosa da poco!
Toti ha lasciato trapelare dopo il colloquio con Carfagna che è delusa e che si sentirebbe “come un’ospite dentro F.I. e che ha le ore contate dentro al partito”.
In ultimo c’è da considerare che tra Mara e Matteo, non corre buon sangue, il leader del Carroccio non avrà dimenticato gli attacchi della Carfagna al Viminale quando era retto da Salvini. Un altro che non tollera dissensi e se la lega al dito e aspetta come il cinese sulle rive del fiume che passi il cadavere del nemico…

Mara potrebbe però rientrare nei ranghi e produrre un comunicato ad effetto, nel quale chiarisce e smentisce se stessa, ribadendo fedeltà a Forza Italia, al centrodestra, a Dio e alla Patria, a tutto il condominio, a parenti e amici e inginocchiata sui ceci provveda all’atto di dolore. Ma questa eventualità non parrebbe riscuotere grosso credito dagli osservatori politici.

Prescindendo dal futuro della vicepresidente della Camera è interessante ragionare e riflettere sui commenti ufficiali della politica. Da Berlusconi la dichiarazione in merito alla proposta al Senato, una volta esaurita la parte di prassi e circostanza, nella quale esprime stima e rispetto alla senatrice Segre, punta sulle ragioni dell’astensione e in una nota dice: “Chi conosce la storia recente dovrebbe sapere che il nostro governo è stato quello più vicino ad Israele nella storia della Repubblica e di questo mi è stato dato atto in diverse occasioni dal primo ministro di Israele e dalle comunità ebraiche nel mondo. Le ragioni dell’astensione: abbiamo votato una nostra mozione – bocciata dalla sinistra – che ribadiva con grande chiarezza questi principi. Da liberali siamo però contrari all’eccesso di legislazione sui reati di opinione e la mozione sottoposta ieri al voto del Senato, sulla quale Forza Italia si è astenuta, prospettava, su richiesta della sinistra, l’istituzione di un nuovo reato di opinione – sovrapponendosi disordinatamente a fattispecie già esistenti – e in più con evidenti margini di ambiguità, mancando, per esempio, qualsiasi riferimento ai rischi dell’espansione del fenomeno del radicalismo islamico”.

Una spiegazione un po’ moscia, la scusa dell’istituzione di un nuovo reato di opinione, appare un’evidente cazzata. Anche perché se il nostro Paese ripudia il fascismo, non si spiega quale sarebbe l’eventuale “peso” e il fastidio di questo “reato d’opinione”.

Le altre reazioni

Dal Movimento 5 Stelle vanno giù duri e diretti ed in una nota, senza tanti giri di parole, esprimono critiche all’atteggiamento del centro destra: “Chi sceglie scientemente di non contrastare razzismo e intolleranza di ogni genere è un pericolo per la verità storica, un pericolo per la democrazia e un pericolo per lo Stato. Ieri, nell’Aula del Senato, abbiamo assistito a una pagina buia e vergognosa che non trova giustificazione alcuna. La scelta di partiti come Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di non votare la mozione Segre per l’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, si traduce in questo: avallare gli istigatori d’odio. E’ molto semplice: o si è d’accordo o si è contrari. Salvini, Berlusconi e Meloni evidentemente sono contrari al contrasto di intolleranze di ogni genere”.

Uno più uno fa sempre e soltanto due ed hanno ragione allora le conclusioni dei pentastellati, non ci si può nascondere dietro ad un dito e tentare di addurre motivazioni verosimili alla scelta compiuta.

Il deputato del Pd, Emanuele Fiano dichiara: “Dispiace che il leader di Forza Italia, Berlusconi, sia stato così male informato sul voto che al Senato ieri ha istituito la Commissione Segre contro il linguaggio d’odio. Nessun nuovo reato è stato istituito, nessuna prerogativa dell’idea di libertà di espressione, calpestata. Semplicemente Forza Italia si è incredibilmente accodata a chi nella destra estrema ritiene che combattere il linguaggio d’odio della discriminazione e dell’antisemitismo possa inficiare la loro espressione politica. Dispiace vedere i paladini del pensiero moderato inseguire gli estremisti del sovranismo”.

Fiano pone l’accento sull’appiattimento forzista sulle convinzioni della destra, una destra che mostra di prevalere sul concetto stesso di centrodestra.

Indipendentemente da come la si pensi, la Politica, quella con la P maiuscola, dovrebbe anteporre il bene per il Paese a certi convincimenti ispirati al passato, un passato archiviato con vergogna e dolore. La prospettiva di un ritorno all’epoca NERA che aleggia in tutta Europa, non lascia presagire nulla di buono. La scusa dell’immigrazione, del sovranismo, della deludente gestione della UE e dell’euro, non possono e non devono giustificare pensieri fascisti e meno che mai antisemiti o razzisti in genere. Se le cose non filano come vorremmo, non sarà una dittatura a rimetterle a posto, occorre invece lavorare per modificarle, per renderle idonee allo scopo per cui sono nate. E facile buttare via il giocattolo rotto, più arduo, ma più efficace sarebbe invece adoperarsi per accomodarlo e continuare a goderne tutti, in egual misura.

Un plauso giunga a Mara Carfagna che seppure non “ripulisce” le proprie attività politiche con quanto scritto in merito a questa vicenda, mostra coraggio e onestà etica e intellettuale.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!