Commissione Ue: si cerca intesa a oltranza. 21 Paesi sono con Conte

Bruxelles, si va avanti a oltranza tra cena e pause. Proseguono le trattative al vertice, su Recovery Fund e bilancio Ue per il 2021-2027.
Sono 22 i paesi che hanno sostenuto la proposta di Charles Michel, il presidente del Consiglio Ue. La proposta è stata invece rigettata dai Paesi frugali, i quali sostengono che non si possa chiedere di più.

 

Michel ammonisce e spiega che uno strappo presenterebbe un Ue debole. Nella plenaria dei leader ha commentato: “Durante i negoziati, ho ascoltato tutti, mostrato il massimo rispetto. Continuerò a lottare per un accordo, con lo stesso rispetto – ha aggiunto -. Il mio auspicio è che giungiamo a un accordo e che FT e i nostri altri giornali domani titolino che l’Ue è riuscita in una missione impossibile”.

Conte a Rutte: ne risponderai ai cittadini europei, se crolla il Mercato

In seguito ad una lunga riunione tenuta ieri pomeriggio con i leader dei pesi frugali, il premier Giuseppe Conte si è rivolto all’olandese Mark Rutte, dicendogli: “”Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguardi solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto, tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei, per avere compromesso un’adeguata ed efficace reazione europea”.

 

E mette in guardia tutti i “frugali”

A margine del Consiglio europeo, Conte ha detto ai Paesi frugali: “”Voi avete dubbi perché le risorse finanziare di chi ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più”.

Muro contro muro sui sussidi

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in serata alla cena dei leader non ha potuto presentare alcuna nuova proposta. Di fatto non c’era ancora nessun intesa tra i capi di Stato sui sussidi per il Recovery fund.
Olanda, Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia, i Paesi frugali, indicano i sussidi a 350 miliardi.
Italia, Francia, Spagna e molti altri Paesi sono invece fermi ai 400 miliardi.
Portare i fondi a 350 miliardi vorrebbe dire tagli a investimenti, transizione verde e digitale. La discussione e poi proseguita senza che Michel abbia potuto fare proposte concrete sui fondi da stanziare.

Lagarde: meglio che accordo sia ambizioso piuttosto che rapido

La presidente della Bce Christine Lagarde, in merito al negoziato in corso ha detto: “meglio concordare una struttura ambiziosa anche se richiede un po’ più di tempo. Spero che i leader siano d’accordo su qualcosa di ambizioso piuttosto che veloce”. Lagarde – come riporta il sito della Reutes – ha inoltre aggiunto: “Idealmente, l’accordo dei leader dovrebbe essere ambizioso in termini di dimensioni e composizione del pacchetto, in linea di massima con quanto proposto dalla Commissione”.

gli obbiettivi dei “frugali”

La Finlandia vuole contenere la quota delle sovvenzioni. la premier Sanna Marin, intervistata da una Tv finlandese ha dichiarato: È piuttosto chiaro che le dimensioni del Recovery Fund devono scendere”.
Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia, hanno messo sul tappeto la loro offerta finale di 350 miliardi per le sovvenzioni per Recovery fund. i 350 miiardi andrebbero a raddopiarsi con un medesimo ammontare da destinare ai prestiti.
Questo in previsione che si arrivi a risoluzione sulla questione sulla governance e dei rebate.

Michel media per giungere ad un accordo

Nella nuova proposta, le sovvenzioni del Recovery fund non dovrebbero scendere al di sotto dei 400 miliardi. Anche se era circolata l’ipotesi di 420 miliardi.
Charles Michel ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, il premier Giuseppe Conte oltre ai premier di Grecia, Spagna e Portogallo e alla presidente della Commissione europea von der Leyen. Si era tenuto in precedenza un incontro tra il premier Giuseppe Conte, il presidente francese Macron, la cancelliera Angela Merkel, il premier spagnolo Sanchez e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Si sono susseguite inoltre, le dichiarazioni di Grecia, Bulgaria, Polonia, Slovenia e Lettonia, in favore di un’intesa.

Sebastian Kurz attacca Macron

Con palese riferimento al presidente francese Emmanuel Macron, che nella serata di ieri, avrebbe dato disposizioni per rientrare a Parigi se non ci fosse stata una svolta, è partito l’attacco del cancelliere austriaco. Kurz ha dichiarato che sarebbe un peccato se non si raggiungesse un accordo. “Penso che abbiamo una grande responsabilità e secondo me è anche possibile arrivare a un compromesso, ma perchè accada, tutti devono muoversi dalle proprie posizioni”. Kurz ha precisato: “Se qualcuno pensa di poter dettare regole qui, oppure andare a casa, allora il vertice potrebbe fallire, ma spero che non sia questa la strada da percorrere”.

Orban sceglie da che parte stare

il premier ungherese Viktor Orban a Bruxelles, ricordando anche il match Olanda-Italia sull’equilibrio tra sovvenzioni e prestiti del Recovery Fund, in conferenza stampa a Bruxellesha detto: “Sappiamo che la situazione economica è drammatica. C’è grandissima preoccupazione per il futuro, e stiamo negoziando. Quando è iniziato il vertice le questioni aperte erano diverse dozzine, ora ne sono rimaste quattro. Credo ci siano buone possibilità di raggiungere un accordo”. Aggiungendo: “l’Olanda vorrebbe la creazione di un meccanismo per il controllo della spesa dei Paesi del Sud”. Orban ha precisato che si tratta in pratica di “una disputa tra Italia e Olanda. E noi, siamo dalla parte dell’Italia”. “Bisogna dare i soldi ai Paesi che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie. – ha aggiunto – Se li aiutiamo al momento giusto li aiutiamo due volte”.
“Alcuni guidati dall’olandese vorrebbero creare un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l’intesa non si fa è a causa del leader olandese Mark Rutte, non a causa mia. E’ lui che ha iniziato questa faccenda. L’olandese è il vero responsabile per tutto il caos di ieri”.

Rutte: accordo ancora possibile

Nella notte Rutte ha detto alla stampa olandese che l’accordo è ancora possibile, malgrado le questioni ancora aperte.
I punti da chiarire sono “lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l’ammontare dei sussidi, e i rebates”. Rutte ha parlato di progressi sul fronte governance, precisando però che ancora non c’è accordo. Anche la discussione sul bilancio 2021-2027 è un capitolo ancora aperto.

Sms di Orban a Salvini

Fonti della Lega rendono noto che ieri, in serata, mentre proseguiva il difficile negoziato al Consiglio europeo sui sussidi post-Covid, il presidente ungherese Viktor Orbán ha inviato un sms al leader del carroccio Matteo Salvini. Nel messaggio si legge: “Ho appena dichiarato che l’Ungheria è fermamente dalla parte dell’Italia”.

Al momento i “lavori” in Commissione proseguono e andranno avanti ad oltranza. I “lavori” in Commissione proseguono e andranno avanti ad oltranza. Quella appena trascorsa è stata una lunga notte (conclusa alle 6 di stamani) che non ha prodotto esiti. Nuova riunione dei leader è prevista per il primo pomeriggio e Michel, secondo fonti, dovrebbe presentare una nuova cifra per i fondi perduti da destinare agli aiuti, dovrebbe essere indicata in 390 miliardi. Con la speranza che non ci siano ulteriori obiezioni dai Paesi frugali…

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!