Lettera aperta agli avversatori del Reddito di cittadinanza

reddito di cittadinanza

Siamo tutti fenomeni a criticare, che ci vuole? Basta montare sopra uno sgabello e sparare a zero contro questo o quello, qualche fesso che applaude si trova sempre. Il problema è poi proporre l’alternativa, perché se questa manca, allora la critica a che cazzo è servita?
Parliamo delle critiche al Reddito di cittadinanza, la destra dice di impiegare quei soldi per darli alle imprese. Non dice però cosa fare dei poveri.

Il 48% dei fondi è andato alle imprese

Il governo, dall’inizio della pandemia, ha destinato più di 100 miliardi per contrastare gli effetti del virus. Ci sono poi i fondi per le misure di sostegno alla liquidità. Quindi in buona sostanza, alle imprese è stato erogato il 48% di 112 miliardi totali. Sono 53 miliardi, sotto forma di: contributi a fondo perduto, garanzie pubbliche ai finanziamenti bancari, agevolazioni ed esenzioni fiscali.

Destiniamo i soldi del Rdc per altro e salviamo il Paese

Questi dati tuttavia sembrano essere sconosciuti a chi indica i fondi destinati al Reddito di cittadinanza come la risoluzione del bilancio nazionale. Secondo alcuni (e sono quelli che non hanno mai fatto un cazzo per campare, se non la politica) quel denaro dovrebbe andare a sostegno delle imprese, piuttosto che nelle tasche dei poveri.

Le critiche

Giorgia Meloni

meloni contro il Reddito di cittadinanzaLa “sorella” d’Italia paragona la misura al “metadone per un tossico”, spiegando che lo Stato, mantiene la condizione dei beneficiari dandogli questo denaro ma non gli offre lavoro. A parte il paragone che, volendo usare un francesismo, fa cagare… C’è da interrogarsi su quali e quanti lavori, il governo dovrebbe tirar fuori dal cilindro per soddisfare la platea. Dove si trovano questi lavori? Meloni non lo dice, si limita a criticare una Misura che non è nata per fare concorrenza all’ufficio di collocamento, ma per togliere dalla povertà milioni di famiglie.

La strumentalizzazione in certi eccessi muove il vomito e fa incazzare, al punto che uno si chiede se chi propone certe cose sia serio o ami stronzeggiare solo per acchiappare un ciuffo di voti. La demagogia meloniana inneggia a ipotetici posti di lavoro che si dovrebbero materializzare magicamente per l’effetto della cancellazione del Reddito di cittadinanza.

Matteo Salvini

E da un po’ che il leader del partito che s’è fregato 49 milioni di rimborsi elettorali illeciti, rompe i coglioni col Reddito di cittadinanza. Anche lui, a parte la politica e bere qualche mojito di troppo, non ha mai fatto altro nella vita. Non c’è traccia nemmeno sui programmi di Alberto Angela, di frammenti di Storia che possano mostrare Salvini che lavora. Però definisce fannulloni i beneficiari, e il Rdc “Un fallimento, che non aiuta a creare nuovo lavoro” e aggiunge: “questa estate non si trovava manodopera da Livigno a Tropea”.

Ne vogliamo parlare Matte’? No dico, ne vogliamo parlare davvero? A chi sostiene che per colpa del Rdc non si trova manodopera è giusto rispondere che se si propone un lavoro dalla paga contenuta e dalle prestazioni vessatorie, ci si può aspettare che l’altro risponda “grazie, ma anche no!”. E comunque, quello che dice il capo del Carroccio è una menzogna, come dimostrano i dati Inps e i dati sull’occupazione stagionale. Il “cazzaro verde” com’è definito dai suoi avversari, in fondo ci ha abituati alle inesattezze, ma non dev’essere colpa sua, sicuramente lo informano male.

Paraculismo occupazionale

I vari Briatore o gente simile si prendono il lusso di andare a raccontare a giornali e tv che loro assumono in regola (e vorrei vedere), che il personale è assicurato e che il compenso è quello fissato dai minimi sindacali. Eppure non si trovano operai.

Facciamo il caso di un aspirante cameriere: gli si propone una paga pari a un tot, e va bene. Poi gli si dice: l’orario è questo, ma vieni un pochino prima perché prepariamo l’apertura, sai noi ci diamo una mano tutti insieme… Ma noi chi? Poi gli si spiega che l’orario di chiusura è quello indicato, ma può capitare che magari c’è una festa o qualche altra minchiata e allora può slittare qualche mezz’ora… Comunque poi si chiude e abbiamo staccato. Eh si, chiudiamo le porte, ci togliamo il grembiule, prendiamo le scope e diamo una riassettata al locale così domattina non abbiamo da fare tutto. Orario flessibile quindi? Ma de che? la paga è indicata per quelle ore e stop. Non si trova manodopera o non si trovano schiavi?

Per colpa del Rdc l’occupazione è calata (bugia)

Il coro di coloro che giurano sulla testa della mamma (anche quelli che ne ignorano l’identità) è unanime nell’affermare che c’è un evidente calo occupazionale a causa di questa maledetta misura che regala soldi a fannulloni sul divano. Dicono che i giovani (?) preferiscano accontentarsi di quei pochi soldi pur di non lavorare. Ennesima menzogna! E vediamo perché.

I datori di lavoro privati hanno operato 2.412.000 assunzioni nei primi cinque mesi del 2021. Dati in forte aumento rispetto allo stesso periodo del 2020.
Secondo i dati pubblicati dall’Inps, a maggio di quest’anno il numero dei contratti stagionali era il doppio di quelli del 2017 e 50 mila in più di quelli del 2018. E uno dice, si vabbeh, ma perché andare a guardare i dati del 2017/2018? Semplice, perché in quel tempo, non c’era il Reddito di cittadinanza e quindi chi sostiene che questo sia causa di una flessione sull’occupazione stagionale, sta mentendo.

Matteo Renzi. Referendum per abrogare il Reddito di cittadinanza

I Matteo sono come le disgrazie, non arrivano mai da soli. E noi ci dobbiamo sorbire anche le sparate di quest’altro tizio della politica che, fedele agli altri citati ad esempio, se n’è guardato bene dal dedicarsi ad un lavoro. Nella sua vita infatti ha fatto nient’altro che il politico. Lui sostiene che il Rdc sia una cosa da cancellare, che crea fannulloni, che non crea lavoro, insomma in poche parole questa misura è un dito nel culo dello Stato…

Su di lui il giudizio è più impietoso rispetto a chi si professa di destra (o centrodestra). Per Renzi è più grave la riflessione, perché per quanto sia opinabile, lui ha mosso i suoi passi in un partito di sinistra, divenendone addirittura segretario generale. Lo si capisce che i puristi delle ideologie si turano il naso nel pensare al Pd come l’erede del PCI, ma alla fine questo è! E Matteo Renzi milita nel Pd, ci arriva perfino a formare un governo, facendo lo sgambetto a Letta (…Stai sereno), e poi favorisce la nascita del governo giallo-rosso con il M5S. Insomma un uomo di sinistra eccheccazzo! Uno che ha cuore le classi sociali più fragili, i lavoratori, i poveri, uno che si batte per l’uguaglianza, per i diritti, no? No!

Renzi forse non ha ancora compreso bene manco lui cosa vuole. Esce dal Pd e fonda Italia viva, un partito mezzo morto, da 2%, che deve fare il salto con l’asta per superare lo sbarramento elettorale, ma si sbraccia in equilibrio precario sulla linea politica.
Partecipa al governo non lo lascia, poi ritira i suoi ministri con motivazioni francamente pretestuose. Attacca Giuseppe Conte e sostiene ciecamente il suo candidato: Mario Draghi. Draghi fa le stesse cose del suo predecessore, a volte le fa anche peggio e altre volte riesce pure a far saltare sugli scranni per lo stupore, quelli che in lui ripongono fiducia pedissequa. I cattivi malpensanti dicono che Conte era meglio che saltasse perché non faceva mangiare nessuno.

Comunque per tornare a Renzi, alla fine dopo annunci e minacce, ufficializza ai microfoni di Mediaset (la patria del suo amicone Berlusconi), il referendum che chiede l’abolizione del Reddito di cittadinanza. Bel colpo Matteo, proprio bravo, dopo il Jobs act, la Buona Scuola, l’abolizione dell’Articolo 18, ci mancava quest’altra perla.
La cosa che rincuora è che forse questo è l’ultimo atto di questo passante della politica e l’auspicio è di toglierselo dalle palle una volta esaurito il referendum. Ma Renzi è come gli scarafaggi, non sono facili a crepare.

Berlusconi e Forza Italia

Il partito del mummificato Silvio Berlusconi, che infilando una mano nel culo di Antono Tajani a mo’ di marionetta, continua ad aggrapparsi alla politica, sputa veleno da sempre contro il Reddito di Cittadinanza.

Le fide Gelmini e Bernini, portatrici sane della “Parola di Berlusconi” non perdono certo occasione per le battaglie nel fango contro la Misura voluta dal M5S. Le prodi donzelle si producono in complicati concetti ed evidenziano come tanti illeciti siano stati fatti da farabutti che si sono così accaparrati il sostegno alla povertà. E questo dovrebbe essere un ottimo motivo per cancellare il Rdc dalla faccia della Terra. Come se al cospetto di un finto cieco si decidesse di abolire la pensione di invalidità… Ragazze, ma andare a cagare, no?

L’alter ego di Berlusconi, il bell’Antonio, dall’alto dei suoi tanti titoli (è vice di un sacco di roba), interpreta il suo ruolo da attore principale in maniera egregia. E anche lui, che siede alla destra del Padre, come trova occasione ci regala la sua performance surreale su quanto sia dannoso il Rdc, che alla fine uno si domanda se Tajani non sia un personaggio di fantasia. In effetti il suo atteggiamento, evoca il sentimento verista rassegnato di Giovanni Verga e il pessimismo intimo di Giacomo Leopardi, un vero prodotto da laboratorio!

In Forza Italia comunque c’é sempre stata la fila (tipo incularella) di personaggi che sbrodolano accuse e sentenze impietose contro il M5S e contro il Reddito. L’ultimo in ordine di apparizione è stato il deputato padovano Roberto Caon, che è riuscito a costruire una battuta definendo la Misura: “Reddito di Fannullanza”. Sono cose che toccano il cuore dai. Uno vede questo tipetto da scuola dell’obbligo (ha la licenza media), e non si aspetta che riesca a partorire una battutona da avanspettacolo.
Insomma la carrellata dei forzisti sarebbe lunga, e francamente manco vale la pena star qui a citarli…

La difesa di Conte del Reddito di cittadinanza

Il Movimento 5 Stelle naturalmente difende la Misura. Il suo presidente Giuseppe Conte ha più volte rimarcato come tale provvedimento sia da considerare intoccabile. Migliorabile senz’altro, come tutte le cose, ma parlare di abrogazione è assurdo.

Risponde agli attacchi l’ex premier, e lo fa senza giri di parole: “Trovo vigliacco e folle che esponenti politici, per giunta con trattamenti economici privilegiati, chiedano di abrogare una misura di civiltà nei confronti di chi non ha nulla”.
“Che visione di Paese si può avere quando si chiede di abrogare una misura del genere?”, dice Conte. E il leader pentastellato prosegue: “una misura che ha permesso, oltretutto, di affrontare la pandemia, con un milione di nuovi poveri. Una misura di civiltà che tutti gli altri Paesi hanno. L’Italia ci è arrivata tardi, ma c’è arrivata! Grazie al M5S”.

Il presidente pentastellato incalza e accusa a sua volta chi caldeggia l’abolizione del Rdc. “Parlare di abrogazione del reddito di cittadinanza significa fare un ragionamento ed avere un comportamento vigliacco, fare un’aggressione vigliacca. Stiamo parlando anche di pensionati e di una platea di beneficiari che non ha di che mangiare. Spesso viene utilizzato l’argomento degli abusi: se anche ce ne fosse stato qualcuno non è normale abrogarlo, chiudere la questione per questo. Io dico però che si può migliorarlo, in Germania hanno impiegato tanto tempo per metterlo a punto. Ma ora, dopo un anno di Covid, dire di abrogarlo è folle e vigliacco”, ha infine sottolineato Giuseppe Conte.

Facciamo il punto?

Più facile a dirsi che a farsi, viste le prerogative che ci offre lo scenario politico. Tempi duri per i poveri che forse saranno destinati a tornare ad esserlo ancora più di prima. Certo dai rumors in merito alla possibilità della cancellazione del Reddito di cittadinanza, trapela una certa inclinazione a ricorrere ad atti delinquenziali per sopperire al seppure misero reddito. Naturalmente sono cose che si dicono, sono per lo più sfoghi da bar, ma il pericolo di un inasprimento delle classi sociali non è da escludere.

Come si conterranno le richieste di coloro ai quali fosse eventualmente tolta l’unica fonte reddituale? Abbiamo in tasca alternative? Questi pseudo-politici hanno un lavoro per tutti? Il lavoro non si crea mica, il lavoro si ingenera creando occasioni, imprese, servizi. Non basta chiacchierare per tirar su voti per risolvere l’occupazione. Dei troppi poveri cosa ne facciamo? Questi signori che vogliono la morte del Rdc, cosa propongono in alternativa? Solo parole?

Sarà bene prepararsi per affrontare sul piano politico questa diatriba perché non è materia d’interesse di una sola parte. L’impoverimento improvviso di milioni di famiglie riaprirebbe quel vortice di collasso economico precedente all’introduzione della misura. Il rallentamento dei consumi, si ripercuote sulla domanda e quindi sulla produzione. Non si va a mangiare la pizza al ristorante se non si hanno i soldi, e la pizzeria non compra farina, così come il venditore non compra dal produttore. Chiaro?

Il buon senso induce a pensare che nulla di tutto ciò avverrà. Semmai, come indicato dallo stesso Movimento 5 Stelle, questa Misura potrà solo subire miglioramenti. Intanto però, è imperativo non abbassare la guardia!

Disclaimer:

Il blog Liberenotizie attraverso il suo autore Giorgio Consolandi, prende le formali distanze da critiche estreme all’indirizzo di personaggi politici citati nell’articolo. Il pezzo pubblicato è la riproduzione fedele di un testo di denuncia indicato come: lettera aperta, che Liberenotizie ha ricevuto e deciso di pubblicare secondo la formula: Riceviamo e pubblichiamo.
Il mittente ha usato un servizio mail temporaneo e non ha indicato la sua firma e nemmeno uno pseudonimo. Tuttavia Il testo appare una valida testimonianza, di parte, su un fenomeno socio-politico utile allo sviluppo di ragionamenti e dibattiti.
Il blog Liberenotizie pur non essendo un prodotto editoriale, offre spazio a chiunque volesse aprire un contraddittorio sulla materia trattata, riservandosi in ogni caso il diritto di opzione sulla pubblicazione e relativa diffusione.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!