Nulla di nuovo con tacito entusiasmo. Le misure del Draghi/Conte ter

Finalmente sono finite le proteste di piazza contro le chiusure. Le opposizioni tacciono, i ristoranti aprono la sera e fanno il tutto esaurito, le palestre pullulano di persone che s’affannano per buttar giù i chili presi nel periodo di inattività. Anche nelle piscine si sguazza e si gioca spuzzandosi in faccia acqua e cloro. Le scuole sono ripartite con le lezioni in presenza e le gite fuori porta stanno riprendendo, approfittando del periodo climatico che sembra essere un anticipo di primavera.

Il governo gongola nel vedere i cittadini soddisfatti e il premier si sente come colui che ha saputo traghettare il Paese verso la tanto agognata normalità. Anche nei bar, capannelli di persone, sorridono e brindano alla ritrovata serenità. E poi baci e abbracci e tarallucci e vino…

Già, a giudicare dal silenzio che ha fatto seguito alle nuove disposizioni del governo, parrebbe che le cose abbiano questo aspetto. Invece, non è cambiato nulla! Tutto rimane in linea con quello che accadeva col precedente esecutivo. E come sarebbe potuto cambiare? Non abbiamo la bacchetta magica e nemmeno i superpoteri.

Quei superpoteri che alcuni hanno candidamente attribuito al “Draghi santo subito“, sono in realtà riportati bruscamente alla normalità dalla situazione attuale.
Non è che il premier Giuseppe Conte, godesse sadicamente ad infliggere restrizioni ai cittadini. Eppure a detta di certi che sbraitavano inferociti, sembrava che lui preferisse una linea assurdamente dura e vessatoria, piuttosto che ricorrere a soluzioni alternative.

Beh oggi “SuperDraghi“, l’uomo capace di “salvare” il Paese ha dimostrato che i miracoli non accadono e che dobbiamo armarci di pazienza e perseverare nella linea del rigore nella lotta alla pandemia.
Per fare questo, si deve quindi proseguire sulla via intrapresa dal suo predecessore, piaccia o no! La differenza evidente però è proprio l’assenza totale di manifestazioni ed esternazioni contro il governo cattivo che mette alla fame cittadini, professionisti, operatori commerciali e fornitori di servizi.
Il popolo delle “partite Iva” continua a soffrire e continua a non lavorare, ma non c’è levata di scudi contro superMario.

Una dei tanti che si sono detti sorpresi di questo assordante silenzio è Angela Raffa – parlamentare alla Camera per il Movimento 5 Stelle, che scrive sui social:
Confermate le restrizioni per il Covid, dei ristori ancora non si sa nulla (il governo Conte li decideva in contemporanea ai decreti sulle chiusure), aumentano i divieti.
Vietate pure le visite, in casa privata, a parenti ed amici. Eppure sembra che tutto vada meglio. Il merito: alcuni hanno smesso di twittare contro il governo liberticida che uccide l’economia.
Ecco bastava questo.
Ricordate il negoziante brianzolo di Cernusco sul Naviglio che espose il cartello ‘L’unica Speranza è che muoia Conte’?
Oggi invece niente, nessun giornale parla di ‘esasperazione sociale’ di ‘dittatura’.
Non si trova nemmeno un politico disposto a farsi un selfie con presunti leader della protesta dei ristoratori.
Avete visto quanto è più bella l’Italia?
Meno male che Draghi c’è.
p.s. Sono pronta a porgere le mie scuse in diretta nell’aula di Montecitorio, se i politici che tuonavano contro Conte mi smentiranno e con coerenza ritireranno i loro ministri dal governo pronunciando a Draghi le stesse parole dette contro il Governo Conte quando emanava uguali provvedimenti.

Uno sfogo, ma anche una chiara accusa a chi usa, per scopi meramente partitici due pesi e due misure. Perché se una cosa è criticabile, lo resta anche se a disporla è qualcun’altro. O no?

Anche i giornali affrontano cautamente la notizia, non notizia. Gli unici a dire il vero che pongono l’accento sullo status quo, sono Il Fatto quotidiano e La Notizia. Ma sono evidentemente schiacciati dal coro silenzioso degli altri media, stampa e tv.

Anche il giornalista Paolo Di Mizio pubblica il suo disappunto sui social e scrive:
Draghi chiude tutto e ripete le zone gialle, arancioni e rosse: esattamente come Conte. Ma ora tutti zitti quelli che prima gridavano “Dittatura sanitaria! Vogliamo libertà!” (Ve li ricordate Lega, FI e FdI? Ci avevate creduto, eh!). Tutti zitti “perché adesso giornali e tv non devono più disturbare il manovratore”, scrive Gaetano Pedullà su La Notizia. Sono cambiati gli ordini di scuderia.

Silenzio dunque, impariamo a tacere e morderci la lingua, così non indisporremo questo governo minestrone guidato dal cocchiere migliore che potesse capitarci (questo si sente dire da quando il Premier incaricato da Mattarella ha preso in mano il Paese). Eppure questo principe dell’economia, questo salvatore dell’euro e futuro salvatore dell’Italia, fa le cose che si facevano prima…

Un pensiero però inevitabilmente va a chi, col suo lavoro, ha ottenuto 209 miliardi, e che saranno gestiti da altri… E che nessuno parli di MES o di sovranismo, e peggio che mai, di antieuropeismo.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!