Quanti sono i morti per Covid? Comportamento sociale compromesso dal negazionismo

Da un post del giornalista Paolo Di Mizio, apprendo i dati dell’ISS relativi a luglio, in merito ai decessi relativi al Covid-19.
Nel documento vengono riportati i reali rapporti di incidenza della mortalità per causa diretta al contagio.

L’amico Paolo Di Mizio fa precedere il documento dell’Istituto Superiore di Sanità da un suo commento, che condivido nella sua interezza e che credo sia importante offrire come spunto di riflessione ai troppi negazionisti. Quei negazionisti che, pur di remare contro il governo, si trovano ad accampare fantasiose teorie del complotto, nonché ragioni che non appaiono nemmeno verosimili, tanto sono esse distanti dalla realtà. Portatori insani di una verità alternativa che produce dati e pseudo-relazioni di medici attestanti che il Covid, in fondo, sia solo una banale influenza.

L’onestà intellettuale, la logica, ma anche il raffronto con dati a livello mondiale, dovrebbero da soli tacitare gli starnazzamenti di coloro che gridano allo scandalo e puntano il dito contro il governo, colpevole secondo costoro, di alterare la verità per scopi meramente poltronistici…

E’ fuor di dubbio che ad ognuno sia riconosciuto il diritto di manifestare il proprio pensiero, ma quando da questo può scaturire pericolo sociale e derivare cattivo esempio verso il comportamento da adottare, allora è d’uopo intervenire per sbugiardare chi, pur di portare acqua alla causa del proprio partito o di una propaganda che non conosce vergogna, disinforma i cittadini. La disobbedienza sociale quando fonda le proprie ragioni su una giusta reazione a ingiustizie e vessazioni è sintomo di coscienza popolare. Cosa diversa è quando questa si sostituisce al bene comune, esponendo al rischio una popolazione. Chi ricorre a tutto ciò per scopi politici meriterebbe di essere giudicato come un moderno untore e trattato di conseguenza.

Paolo Di Mizio scrive: “Quando negazionisti, minimimizzatori del virus e altri fratturati cerebrali e derelitti dell’intelletto vi dicono che i morti per covid in realtà sono morti per altre patologie pregresse, mandateli tranquillamente a quel paese. Nell’89% dei casi, i morti di Covid sono morti di solo Covid. Il rimanente 11% aveva altre patologie, ma questo non esclude che sarebbero vivi adesso, se non avessero contratto il Coronavirus”.

In poche righe ecco spiegata una realtà incontrovertibile! E non perché lo dica un abile comunicatore, un giornalista con alle spalle una carriera lunga e importante, ma perché di fronte all’evidenza, affermare il contrario è solo indice di malafede.
Tutto è opinabile, tutto può essere messo in dubbio, si può pensare che ogni istituzione sia manovrata da occulte regie. Si può anche ipotizzare la presenza di alieni provenienti da altri pianeti. Possiamo addirittura concederci di pensare di esser tutti protagonisti di una enorme finzione collettiva, alla stregua di tanti ignari protagonisti di un consumato “Truman Show”. Purtroppo però la verità l’hanno mostrata quelli che non ci sono più, che sono morti da soli, lontano dagli affetti e condotti nei luoghi della sepoltura con mezzi militari, in colonna, allineati e colmi di bare. Ecco prima di aprir bocca e sparare cazzate, converrebbe soffermarsi un solo istante al pensiero di quelle scene. Magari poi si proverebbe imbarazzo nel tentare di sputare veleno e strumentalizzare un mostro che ha mietuto vittime.

Di seguito il rapporto ISS:

ISTAT-ISS: in 9 casi su 10 COVID-19 è la causa direttamente responsabile del decesso

ISS,16 luglio 2020 – Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test Sars-CoV-2, mentre per il restante 11% le cause di decesso sono le malattie cardiovascolari (4,6%), i tumori (2,4%), le patologie del sistema respiratorio (1%), il diabete (0,6%), le demenze e le malattie dell’apparato digerente (rispettivamente 0,6% e 0,5%).

Sono i dati del rapporto Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità: cause di morte nei deceduti positivi a SARS-COV2 realizzato dall’ISTAT e dall’Istituto Superiore di Sanità dopo aver analizzato le informazioni riportate dai medici in 4.942 schede di morte, di soggetti diagnosticati microbiologicamente con test positivo al Sars-Cov-2.

La quota di deceduti in cui COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte varia in base all’età, raggiungendo il valore massimo del 92% nella classe 60-69 anni e il minimo (82%) nelle persone di età inferiore ai 50 anni.

COVID-19 è una malattia che può rivelarsi fatale anche in assenza di concause. Non ci sono infatti concause di morte preesistenti a COVID-19 nel 28,2% dei decessi analizzati, percentuale simile nei due sessi e nelle diverse classi di età.

Le complicanze di COVID-19 che portano al decesso sono principalmente la polmonite (79% dei casi) e l’insufficienza respiratoria (55%). Altre complicanze meno frequenti sono lo shock (6%), la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) ed edema polmonare (6%), le complicanze cardiache (3%), la sepsi e le infezioni non specificate (3%).

Leggi tutti i dati del Rapporto

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!