Quelli che… La mascherina fa male alla respirazione

Siamo un gruppetto di 4 amici, parliamo ai giardini, indossiamo la nostra mascherina d’ordinanza e ci teniamo a distanza, a poco più di un metro l’uno dall’altro.
L’argomento della discussione è la manifestazione di ieri a Roma, quella dei negazionisti.
Siamo contrari, temiamo che quel comportamento che giudichiamo scellerato, possa innescare contagi e riportare il Paese a dover lottare di nuovo contro questo nemico invisibile, insidioso, letale e infame.
C’è solo Francesco tra noi che non indossa la mascherina, lui è d’accordo coi negazionisti, si accende una sigaretta e ci spiega che stiamo credendo ad una favola, il Covid non esiste!

Noi in verità, obiettiamo, rispondiamo che la gente è morta a causa di questo virus, ma lui replica che le morti non sono a causa del Coronavirus, ma sono persone che erano malate, che avevano patologie pregresse… Francesco ci illumina, tenta di farci aprire gli occhi, ci racconta del sistema che il governo ha inventato per garantirsi le poltrone. Poi prende una pausa mette la mano in tasca e prende un’altra sigaretta, lui è un fumatore di quelli belli tosti.

Prosegue e incalza il nostro guru della verità e sputa veleno contro il governo Conte, che strumentalizza la pandemia, dice lui.

Intanto la discussione si sposta sui banchi delle scuole, sulle mascherine ai ragazzi sulla movida (che io ho ormai ribattezzato covida). Ma anche in questo caso, Francesco non transige! Lui è un vero conoscitore delle teorie del complotto, lui è il faro che guida le menti appannate di noi che crediamo a tutto.
Devo capire, mi faccio coraggio e gli chiedo: “ma allora quei camion militari che hanno portato via i morti, quelli che abbiamo visto in televisione? Eppoi cazzo, France’ si sono ammalati Briatore, Bolsonaro, un consigliere di Trump, Zingaretti, perfino Berlusconi… Che fanno, fingono pure loro?”.

Lui stizzito accende la sua ennesima sigaretta e mi dice che non capisco proprio un cazzo e che mi faccio fare il lavaggio del cervello dalla televisione!

Mannaggia, stai a vedere che ha ragione lui, e se fosse vero che non capisco un ca.. niente? Magari io sono sono solo uno stupido che dà retta a tutto quello che mi viene detto e mi lascio intimorire inutilmente.

Decido di conoscere tutta la verità. Lo prendo di petto e gli chiedo perché non dovrei portare la mascherina, nel dubbio che male può farmi? A questa mia domanda il saggio Francesco va su tutte le furie, fa un respiro profondo e poi mi abbaia in faccia che è solo un business del governo. Dice pure che: così facendo altero la mia respirazione, non arriva ossigeno pulito, non c’è ricambio, il cervello ne risente, i polmoni soffrono…

Me ne dice talmente tante che mi sento proprio uno stupido, quasi quasi me la strappo via sta mascherina.

Poi si calma e parlando ancora dell’importanza di una respirazione pulita e sana, accende un’altra sigaretta..(!)

Mi giro sui tacchi e gli dico: “A France’, mavvaffanculo!”, lasciandolo li nella sua sana e salutare nuvoletta di fumo che gli entra ed esce dai polmoni, e secondo me, anche dal cervello!

 

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!