The Rolling Stones intimano a Trump di non usare i loro brani

La BBC riporta la minaccia degli Stones di ricorrere ad azioni legali contro il Presidente Usa se continuerà ad usare i loro pezzi nel corso delle sue performance elettorali.

Donald Trump nel suo comizio a Tulsa (Oklaoma) ha infatti usato il brano “You Can’t Always Get What You Want”, lo stesso era per altro stato utilizzato anche durante la campagna per le elezioni del 2016. In quell’occasione la band aveva dichiarato in un tweet che i Rolling Stones non sostenevano affatto Trump.

Gli avvocati del gruppo, per bloccare lo sfruttamento non autorizzato della musica dei Rolling Stones, hanno contattato la BMI (Broadcast Music Incorporated), un’organizzazione statunitense preposta alla protezione e all’esercizio dei diritti d’autore (copyrights). Va detto che le precedenti richieste erano state ignorate.

Ma non è solo la celebre band inglese che non gradisce l’associazione dei loro pezzi a Donald Trump. Anche la famiglia di Tom Petty, ha chiesto ufficialmente qualche settimana fa alla campagna del presidente di non usare più i suoi brani dopo che ‘I won’t back down’ era stata suonata a Tulsa.
Tom Petty, scomparso nel 2017 a 66 anni per un’overdose di antidolorifici, era un chitarrista, cantante e compositore americano, frontman dei gruppi Mudcrutch e Tom Petty and the Heartbreakers, era stato inoltre membro fondatore del supergruppo Traveling Wilburys.
La sua famiglia ha dichiarato: “Non avrebbe mai voluto che una sua canzone fosse usata per una campagna d’odio”.

L’uomo più potente del mondo dovrà ora prendere atto che il suo potere resta imbrigliato nelle regole che valgono anche per gli altri, ed essere il presidente non lo esime dal seguirne i dettami. Alcuni sostengono che dall’interno della Casa Bianca si senta la voce di lui che canta (I Can’t Get No) Satisfaction.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!